120 partecipanti attivi, provenienti da coop sociali, fattorie didattiche, fattorie sociali e imprese sociali per un totale complessivo di circa 80 cooperative coinvolte. Due eventi in presenza ( nonostante la pandemia), 6 talk webinar, 8 tavoli di lavoro, 135mila euro di contributo. Sono i numeri finali del progetto triennale di agricoltura sociale triennale Coop4Work (finanziato da Psr Veneto 2014/2020 nell’ambito della Misura 16.9.1 ) presentati il 16 dicembre scorso nella Casa di Anna, società agricola di Zelarino, in provincia di Venezia, all’interno di un evento finale con ospiti, esperti, testimonianze e momenti conviviali, intitolato Le fattorie sociali nell’agricoltura che cambia. Protagonisti di questo progetto sia cooperative che istituzioni. In particolare: Gruppo Polis, Aclicoop, Conca D’oro, Nuova Agricola, Entropia e Comune di Borgoricco. In pieno spirito cooperativo i partecipanti hanno istituito un’associazione temporanea di impresa in vista di un obiettivo comune: supportare le aziende del settore primario e dei servizi nella creazione di una rete cooperativa intersettoriale, volta alla formazione e condivisione di esperienze; un modello di business in cui identificarsi, la necessità di diversificare le attività da parte delle aziende agricole attraverso la nascita di idee innovative e progetti che coinvolgono imprese di settori diversi. Il tutto all’insegna della solidarietà, della cooperazione e della partecipazione tra le imprese.

Far impresa con finalità sociale

Parla Daniela Galante, segretario generale Confcooperative del Veneto: “ Nel contesto economico e agricolo veneto questo modo di fare impresa con una finalità sociale può fungere da modello virtuoso. E’ un nuovo modello di business alternativo. Il contesto del Veneto è caratterizzato storicamente da una forte componente del privato sociale e dell’impresa agricola, che finora operavano però in maniera separata. Oggi con Coop4work queste due realtà si sono date le mano e hanno lavorato per uno sviluppo locale integrato e sostenibile, seguendo un modello che è alla base dell’agire quotidiano di Confcooperative Veneto. A questo abbiamo aggiunto anche l’apporto delle istituzioni e il gioco anzi la rete strategica è fatta. Si è lavorato sulla intersettorialità, sugli aspetti legali e sulle strategie di sviluppo. Ora con le esperienze pilota che sono diventate buone pratiche si potranno trasferire alcuni risultati sulla pratica quotidiana, anche grazie alla sinergia con il territorio”.

Il ruolo di Confcooperative Federsolidarietà

Coinvolto “a doppia mandata” Roberto Baldo, presidente Confcooperative Federsolidarietà Veneto e presidente del Gruppo Polis, una della realtà che ha lavorato al progetto. “Il Gruppo Polis ha partecipato con ‘Fuori di campo’, un progetto di agricoltura biologica per promuovere l’inclusione lavorativa di persone fragili, a Padova. Ci lavorano 25 persone, di cui 6 educatori , le altre sono appunto persone con gradi diversi di fragilità, dalla disabilità fisica all’emarginazione sociale. L’agricoltura sociale è un modello di sviluppo economico e culturale innovativo, in grado di promuovere capacità collettive e individuali, e allo stesso tempo produrre lavoro e reddito. L’obiettivo finale è quello di migliorare lo stato di salute fisico e mentale di persone in particolari situazioni di disagio, attraverso la formazione e l’inserimento lavorativo, la riabilitazione e la condivisione di obiettivi ed interessi.”

Il progetto

Si è partiti inizialmente dalla costituzione dell’Ats, con tanto di logo e sito web affiancato da uno studio di fattibilità e 3 seminari formativi, per proseguire con attività di promozione video e giornalistica e formazione interna. L’ultimo anno è stato dedicato alla verifica dello studio di fattibilità con i numeri finali, ad un restyling del sito e della gestione della cooperazione ma anche all’attivazione di un vero e proprio servizio di informazione e assistenza per i finanziamenti utili alla rete. Parla al proposito Maria Antonietta Penello di Avepa. “Il nostro apporto è stato quello di autorizzare tutto il progettato in linea con quanto la Comunità europea e la Regione Veneto hanno sovvenzionato. Siamo stati partner attivi ,seguendo passo dopo passo il progetto. Tanto che, a dicembre 2023 usciranno nuovi bandi con molti più fondi a disposizione per questo tipo di progetto”. A formare i protagonisti del progetto c’era l’Università di Padova. A parlare è il docente Fabio Bonaldo membro dei gruppi di ricerca presso la facoltà di scienze della formazione dell’Università di Padova.

“Coop4work è un percorso di ricerca della propria identità. Un piccolo ma tenace gruppo di persone e di organizzazioni che si affacciano al mondo dell’ Agricoltura sociale per dar vita ad una comunità di Intenti, di Valori e in prospettiva di Azioni comuni. Alcuni operano già da tempo nelle Fattorie Sociali altri desiderano entrarci, tutti stanno cercando di fare rete insieme. Dyaloghi, spin-off dell’Università di Padova, per coop4work, sta svolgendo il ruolo di facilitatore di questo processo di aggregazione, promuovendo i processi di learning community e di condivisione di buone pratiche. Il seme è stato piantato, ora va coltivato”. Tra i soggetti coinvolti anche l’amministrazione comunale di Borgoricco. La parola a Riccardo Michelazzo, consigliere comunale. “Parto da un breve excursus storico: nel 2019 appena insediati come nuova amministrazione comunale, gli uffici hanno provveduto al passaggio delle consegne e ad una panoramica dei progetti in essere in quel momento. Tra i tanti progetti, siamo stati messi a conoscenza di questo, relativo ad una collaborazione tra enti pubblici e privati per la realizzazione e la strutturazione di fattorie sociali rivolte all’inserimento lavorativo e ad un nuovo modello di business. Una volta letti tutti i documenti, abbiamo deciso in rapidità che questa idea doveva essere sviluppata perché meritevole di interesse soprattutto dal profilo sociale. Ci siamo quindi precipitati, ricordo in un caldo e afoso pomeriggio estivo, a Padova, per la sottoscrizione dell’intesa di questo progetto, alla presenza di tutti i partner di questa iniziativa. Questo progetto triennale, finanziato da Psr Veneto, ha visto numeri impressionanti che dimostrano così concretamente la bontà dell’iniziativa. I partners hanno creato un’associazione di impresa temporanea per sviluppare la propria attività all’interno del settore primario con un nuovo modello di business innovativo, guidati dallo spirito di solidarietà, partecipazione e cooperazione. In un territorio a forte tradizione agricola, come il nostro Veneto, questo progetto è risultato essere fortemente innovativo e pionieristico nel suo genere perché ha saputo coniugare impresa sociale e territorio. Possiamo solo dire di essere felici ed orgogliosi per aver partecipato come partner a questo progetto partito tre anni fa e ci auguriamo che questo possa fungere da apripista per altri progetti similari”.