Un dato allarmante quello denunciato da Unicef Italia in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza che si è celebrata il 20 novembre: nel mondo quasi più di un adolescente ogni 11 minuti muore a causa di suicidio ogni anno, ben 46.000 giovani tra i 15 e i 19 anni. Dati che rendono il suicidio la quinta causa di morte tra i giovani e la seconda causa in Europa. Secondo i dati Unicef Italia, quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% si sviluppa entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene presa in carico.
Situazione decisamente peggiorata con gli effetti della pandemia da Covid-19. In Italia, prima della pandemia, la prevalenza dei problemi di salute mentale si collocava intorno al 18-20% della popolazione, ovvero tra 1.800.000 e i 2 milioni di persone minorenni.
I dati
Nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale, con una prevalenza in questa fascia d’età maggiore nelle ragazze (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518) e con una incidenza in aumento con l’età. Nonostante l’elevata prevalenza di problemi di salute mentale fra gli adolescenti, nel nostro paese i servizi di prevenzione e cura rimangono inadeguati. Prima della pandemia, nel 2019, solo 30 su 100 persone minorenni con un disturbo neuropsichico riuscivano ad accedere ad un servizio territoriale specialistico e solo 15 su 100 riuscivano ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate. Secondo un sondaggio, realizzato sulla piattaforma digitale indipendente U-Report, su un campione di 194 ragazzi è preoccupante: solo il 28% si sente ottimista; il 12% triste; il 14% preoccupato; il 14% angosciato; ed il 10% frustrato. Giovani turbati da difficoltà economiche, senso di isolamento e distanza dalla famiglia e dagli affetti, litigi e tensioni all’interno del nucleo familiare sono gli aspetti prevalenti.