Il colonnello Matteo Ederle, comandante provinciale dei carabinieri di Trento, accompagnato dal tenente colonnello Michele Capurso, comandante del reparto operativo Trento e dal tenente colonnello Livio Propato, comandante del reparto carabinieri tutela agroalimentare Parma, hanno visitato la Fondazione Edmund Mach e incontrato il presidente Mirco Maria Franco Cattani. La visita si inserisce nell’ambito degli incontri istituzionali conoscitivi sul territorio provinciale per approfondire le tematiche che interessano i diversi, rispettivi ambiti, alcuni comuni quale, ad esempio, il settore delle frodi agroalimentari.
La delegazione, accolta nella sala specchi dell’ex monastero agostiniano dal direttore generale Mario Del Grosso Destreri che ha illustrato le attività e la missione dell’ente, ha avuto modo di incontrare la dirigenza, visitare i laboratori e conoscere le dotazioni tecnologiche di avanguardia colloquiando con i ricercatori che hanno illustrato i programmi e gli approcci scientifici più avanzati.
Supporto in contesti investigativi
“Abbiamo avuto modo di conoscere tanti, settori eterogenei e interessanti – ha spiegato il colonnello Ederle – la Fondazione Mach ha una storia lunga e solida nel tempo, con attività che hanno forti ricadute su molti ambiti del territorio. Tra queste sicuramente alcune si pongono trasversalmente con l’operato delle forze di polizia, in special modo l’Arma dei Carabinieri che si contraddistingue per la sua presenza capillare e che potrebbe trovare nelle potenzialità della Fondazione Mach un valido supporto in alcuni specifici contesti info-investigativi”. La visita ha riguardato la piattaforma di metabolomica e di tracciabilità, il laboratorio di chimica vitienologica e agroalimentare con l’illustrazione delle varie attività svolte, tra cui analisi dei suoli, di controllo dei residui, lo studio degli aromi, la tracciabilità degli alimenti e la certificazione dei prodotti esportati, il vigneto vibrazionale, la biotremologia e la piattaforma di sequenziamento che ha decifrato i genomi delle principali piante coltivate, di alcuni insetti e di patogeni; spazio anche al fenotipizzatore che consente di studiare l’accrescimento delle piante in condizioni rigorosamente controllate, gli effetti dei cambiamenti climatici e dello stress idrico sulle stesse. Sono state visitate le camere di quarantena dove sono allevati gli insetti utili alla lotta biologica contro cimice e Drosophila suzukii, per arrivare alle camere di crescita per le micropropagazioni delle piante. La visita è proseguita al laboratorio sensoriale e agli strumenti per l’analisi dei composti volatili, al vigneto 4.0, per concludersi con una sintetica illustrazione delle attività di ricerca su biodiversità, ecologia forestale e fauna selvatica. Tappa, infine, alla cantina storica.