“L’accelerazione dell’epidemia di colera in Siria e in Libano è allarmante e i rischi per la diffusione ulteriore della malattia in altri Paesi della regione richiede azioni urgenti. È necessario supporto urgente per rispondere e contenere la diffusione della malattia. A causa dell’epidemia in fase acuta in Siria, dal suo inizio ci sono stati oltre 20.000 casi sospetti di diarrea acquosa acuta e 75 decessi associati al colera. In Libano i casi confermati di colera sono diventati 448 in solo due settimane, con 10 morti associate”. A lanciare l’allarme è l’Unicef. Diversi Paesi vicini solo già stati colpiti con un elevato numero di casi di diarrea acquosa acuta e potrebbero essere a rischio di colera, sottolinea Unicef.

I malnutriti sono i più vulnerabili

“Le epidemie di colera e diarrea acquosa acuta si aggiungono alle lotte dei bambini in questi paesi. I bambini malnutriti sono più vulnerabili a sviluppare una forma grave di colera, e l’epidemia di colera è l’ennesimo colpo inferto ai sistemi sanitari già sovraccarichi della regione”, chiarisce l’organizzazioen umanitaria. “Il colera non conosce confini o linee di controllo e si diffonde con gli spostamenti della popolazione, compresi gli sfollamenti – chiarisce Unicef -. Nei paesi più duramente colpiti, la diffusione della malattia è alimentata da deboli sistemi idrici e igienici, cattiva gestione dell’acqua, povertà incrementata, cambiamento climatico e conflitti – tutto ciò rende l’acqua sicura sempre più scarsa per le famiglie e i loro bambini e l’affidamento ad acqua non sicura li espone al rischio di contrarre la malattia trasmessa dall’acqua”. “Dall’inizio dell’epidemia, l’Unicef sta distribuendo aiuti e servizi sanitari, idrici e igienici alle aree colpite e sta aiutando le famiglie a migliorare le proprie pratiche igieniche. Contemporaneamente si stanno intensificando gli sforzi di preparazione e risposta nei Paesi vicini”. “Solo per Siria e Libano – conclude la nota – l’Unicef ha urgente bisogno di 40,5 milioni di dollari per espandere la risposta di emergenza al colera. Questo include il sostegno nei settori della salute, dell’acqua, dell’igiene, della comunicazione del rischio e del coinvolgimento delle comunità nei prossimi tre mesi.”