“Recentemente l’utilizzo degli applicativi di intelligenza artificiale a governo clinico ovvero inseriti nel processo di cura “end-to-end” del paziente hanno spostato il paradigma da puramente tecnocratico a medico con coinvolgimento attivo del paziente oltre che del sanitario. L’intelligenza artificiale diventa così “trasparente e spiegabile” perché è supervisionata nell’addestramento dal medico – sottolinea il professor Marco Mazzanti, scientific director dell’International Research Framework of Artificial Intelligence in Clinical Medicine -. Nelle malattie rare neuromuscolari degenerative come ad esempio l’atrofia muscolare spinale (SMA) nelle sue differenti forme, esistono già esperienze in cui modelli predittivi di “machine learning” svolgono un ruolo fondamentale nell’identificare differenti classi di progressione della malattia già nei primi anni di vita. E’ naturale, quindi, immaginare come l’applicazione di queste informazioni a popolazioni piu’ ampie potrà portare a nuove terapie disponibili”.
Per il video servizio:https://youtu.be/0Nir4PGCAjc