Il caolino è una roccia sedimentaria, ha un aspetto terroso e piuttosto tenero ed è prodotto dall’azione dell’acqua meteorica. È solitamente bianco o grigiastro, ed è utilizzato in numerose attività umane, dall’edilizia alla produzione di ceramiche e porcellane, anche in campo medico. Non tutti sanno che il caolino di molte piastrelle che abbiamo in casa arriva direttamente dall’Ucraina. E in questo periodo di guerra la materia prima è limitata, tanto che ormai quella tipologia di piastrelle rischia di divenire irreperibile. Per questo Emmanuele Setten e Tiziano Catterin, titolari di Kreacasa, azienda trevigiana specializzata nell’edilizia, hanno deciso di raddoppiare il proprio magazzino.
Le conseguenze della crisi ucraina
“E’ un momento di crisi a livello globale, abbiamo deciso questa svolta per permettere ai nostri clienti di avere sempre a disposizione le materie prime in tempo reale”, spiegano. L’azienda ha deciso di investire nella formazione tecnica di chi, fisicamente, va poi a installare le piastrelle. Per l’occasione è stata selezionata una cinquantina di addetti ai lavori, che ha potuto apprezzare le nuove formule di colla proposte da Mapei e appreso le nuove modalità di taglio. Il tutto in un’azienda composta quasi totalmente da donne, capaci di “insegnare” i segreti dell’edilizia ai professionisti del settore. È anche grazie a queste innovazioni che Kreacasa continua a crescere. Fondata nel 2017, l’azienda si pone come core business quello di dare la migliore risposta a tutte le domande di chi “krea”. E lo fa con un team giovane e con una naturale vocazione al digital, settore nuovo per un ambiente come quello in cui opera Kreacasa. Oggi il fatturato in crescita del 30% sull’anno precedente, i dipendenti sono nove, quasi tutte donne under 35. Nell’anno del Covid la crescita è stata esponenziale grazie alle nuove strategie di acquisto dei clienti e a scelte di marketing digitale innovative per il settore, che fino a pochi anni fa praticamente non conosceva i social network. Anche per questo i clienti arrivano anche dall’estero, da Croazia, Germania, Austria e Lituania. Si stanno facendo le prime esperienze di export anche verso Cina, Ghana e Senegal; ma persino in Iran e Iraq.