Mercoledì 29 giugno, dalle 9 alle 14, presso la Camera dei deputati, avrà luogo l’evento organizzato dal gruppo di Fratelli d’Italia intitolato Funzione sociale e medica della fecondazione assistita di tipo eterologo. I saluti istituzionali sono affidati all’onorevole. Edmondo Cirielli, deputato questore, Ufficio di presidenza della Camera. Intervengono Nicola Colacurci, presidente Sigo, l’onorevole Marcello Gemmato, responsabile dipartimento sanità FdI accademici e specialisti del settore. Le conclusioni sono affidate all’onorevole Maria Teresa Bellucci, capogruppo FdI Commissione affari sociali e all’onorevole Francesco Lollobrigida, presidente del gruppo parlamentare Fratelli d’Italia.
Cultura della donazione
“In Italia manca ancora oggi la cultura della donazione dei gameti e peraltro non è ancora stata introdotta la possibilità di un rimborso adeguato alle donne che scelgono questo gesto generoso – si legge nella nota di presentazione del convegno -. In tutta Europa questo rimborso è una cifra simbolica (non supera i 1000 euro normalmente) che in qualche modo compensa il disagio della stimolazione, dell’assunzione di farmaci e della necessità di dedicare tempo al monitoraggio e alla preparazione della donazione. Il nostro Paese importa gameti soprattutto dalla Spagna, ma se una donna italiana volesse donare i suoi ovociti ciò non è di fatto possibile. Al di là della questione del rimborso non sono nemmeno stati fissati i codici per gli screening e la donatrice dovrebbe farsi carico anche delle spese di preparazione alla procedura. Sono trascorsi ormai 8 anni dalla cancellazione del divieto di fecondazione eterologa ma pare evidente l’assenza di passi avanti sul piano politico sui temi legati alla salute riproduttiva. Appare molto grave che, dopo anni da una sentenza che ha riaperto a questa procedura, non venga ancora erogata in modo uniforme dalle strutture pubbliche e non ci siano nomenclatori tariffari sulle prestazioni incluse nei Lea con spesa a carico del Servizio sanitario nazionale. Eppure, secondo la relazione dell’Istituto superiore di sanità del 2019, dai 1.612 parti sono nati vivi 1.724 bambini a seguito di una donazione di ovociti, un vero e proprio tesoro in un paese afflitto dal declino demografico”.