È partita l’iniziativa dell’estate, si chiama Il piatto buono. #alimentalasolidarietà e ha come obiettivo quello di raccogliere fondi per rafforzare l’aiuto a persone e famiglie in difficoltà su tutto il territorio provinciale. A lanciare l’iniziativa sono il Centro di solidarietà di Trento e Confesercenti del Trentino con la partecipazione di Confcommercio, ASAT e il sostegno di Provincia, Comune di Trento, Palazzo Roccabruna, Round Table Rovereto, Banca di Trento.
Che cos’è ‘Il piatto buono’
“È una pietanza inserita, per tutta l’estate, in menù di rifugi, ristoranti ed esercizi pubblici aderenti all’iniziativa – spiega Massimiliano Peterlana, vice presidente di Confesercenti del Trentino -. Un piatto, ma anche un aperitivo legato al territorio trentino, che i ristoratori proporranno alla clientela all’interno della propria offerta. Il cliente che vorrà partecipare acquisterà il piatto con una maggiorazione del 50%, che sarà devoluta interamente a favore del Centro di solidarietà di Trento, una realtà ben radicata nel territorio trentino”. Dal 1996 il Centro di solidarietà opera per aiutare e sostenere persone e famiglie in difficoltà attraverso il semplice gesto della consegna di un pacco alimentare mensile e risponde ad altri eventuali bisogni segnalati (salute, casa, lavoro, studio…), nel desiderio di condividere un tratto di vita e accompagnando nell’affrontare problematicità e disagi.
Covid ed emergenza povertà
“In questi ultimi due anni Covid, guerra e rialzo dei prezzi hanno contribuito ad acutizzare l’emergenza povertà anche in un territorio ricco e virtuoso come il nostro Trentino – sottolinea la direttrice del Centro di solidarietà di Trento, Eloisa Modena –. Abbiamo riscontrato un aumento di oltre il 50% del disagio anche in famiglie che prima non avevano mai richiesto aiuti esterni. Ad oggi il CdS sostiene circa 220 nuclei familiari e conta su più di 150 volontari. Nel 2021 sono stati distribuiti 2195 pacchi: kg 74.735,09 di alimenti. Da marzo 2021 il CdS propone attraverso uno sportello di accoglienza e ascolto un nuovo ed efficace supporto a chi vive un momento di difficoltà tramite un’attenta analisi dei bisogni. Con questa iniziativa ci siamo attivati per una raccolta fondi per creare una collaborazione tra profit e no profit”. A evidenziare il momento di difficoltà e la necessità di fare rete l’assessora alle politiche sociali del Comune di Trento, Chiara Maule: “Bene che ci sia questa collaborazione tra profit e no profit, in questi due anni abbiamo avuto un aumento di persone in difficoltà. Le famiglie trentine fanno fatica a chiedere aiuto, dobbiamo cercare di intervenire prima e far sentire meno sole queste famiglie che per vergogna non tendono la mano. Come possiamo fare? Come stiamo facendo, attraverso la rete che abbiamo e attraverso le associazioni che sono vicine a queste persone e che possono intervenire nella difficoltà ancora prima che questa diventi disagio”.
Resistenza
“Quando siamo stati contattati dal Cds con questa proposta abbiamo subito accettato – aggiunge il vice presidente di Confesercenti del Trentino, Massimiliano Peterlana – coinvolgendo anche Asat e Confcommercio. L’appello a partecipare ha avuto un buon riscontro. La nostra categoria sa quanto sia stato difficile resistere e non cadere. Tanti colleghi sono stati costretti a chiudere le proprie attività e a confrontarsi con situazioni di nuove povertà prima inimmaginabili. Dobbiamo fare rete e collaborare”. “Abbiamo dato con piacere la nostra adesione al progetto – aggiunge Marco Fontanari, presidente Associazione ristoratori del Trentino – perché come associazione e come imprenditori crediamo molto nel ruolo anche sociale dell’impresa. La pandemia e ora la guerra alle porte dell’Europa stanno modificando profondamente la nostra società, portando alla luce quelle fragilità che non siamo riusciti né a prevenire né ad accudire sufficientemente. Ben vengano quindi queste iniziative che sensibilizzano tutta la comunità della quale anche i nostri ristoranti fanno parte e portano un aiuto concreto a situazioni di difficoltà”. Così Davide Cardella, direttore Asat: “In questo contesto di fragilità economica e sociale anche il mondo del turismo è chiamato ad intervenire. Asat crede in un turismo “sostenibile” che si declina in “solidale” contribuendo a migliorare la qualità di vita delle persone che abitano il territorio. Siamo certi che anche in questo momento, come già accaduto in altre situazioni emergenziali, dal terremoto in Abruzzo alla recente campagna di aiuti a favore della popolazione Ucraina, il settore del turismo darà risposte concrete di sostegno e aiuto”.