Risposte efficaci a problemi globali quali povertà, disuguaglianze, migrazioni, cambiamento climatico e pandemie richiedono una strategia congiunta di tutti gli attori pubblici impegnati nella cooperazione allo sviluppo e interventi orientati al raggiungimento di obiettivi misurabili secondo standard condivisi. E’ quanto emerge dalla relazione della Corte dei conti su La gestione delle risorse assegnate all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Strumenti finanziari, moduli operativi e sistemi di valutazione, approvata con delibera 1/2022/G della sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato. Nel riconoscere l’intensa attività svolta dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo fin dalla sua istituzione – con legge n. 125/2014 – la magistratura contabile ne esprime un giudizio complessivamente positivo, malgrado una frammentazione ancora eccessiva degli interventi e procedure “a dono” che non assicurano la piena coerenza delle azioni promosse nella medesima area geografica.
Razionalizzazione dei bandi
Per far fronte a tali criticità, rileva la Corte, serve una razionalizzazione del sistema dei bandi per l’assegnazione dei contributi, l’attivazione di progetti di maggiore impatto e la promozione di iniziative collegate in termini di complementarità, allo scopo di favorire la creazione di reti e filiere sostenibili e resilienti nei Paesi partner della cooperazione. Sul piano dell’organizzazione, la Sezione centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato dà atto dei processi di digitalizzazione delle procedure in corso e ne sollecita l’accelerazione ai fini di una gestione più efficiente dei progetti di cooperazione, auspicando l’introduzione di una piattaforma informatica che favorisca il dialogo tra i principali stakeholders, l’incontro tra la domanda e l’offerta di cooperazione e la condivisione delle informazioni tra gli attori del sistema Italia operanti all’estero. La sezione evidenzia, altresì, come i rapidi mutamenti dei contesti geopolitici impongano l’adozione di un modello di cooperazione flessibile, trasversale ed inclusivo, in grado di cogliere anche le opportunità offerte dalla co-progettazione con gli enti del terzo settore e dalle partnership con il profit, nella prospettiva di attuare politiche di cooperazione più efficaci e coerenti con gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu.