Si è svolta ieri nell’aula magna della Fondazione Edmund Mach di Trento la 14^ Giornata tecnica della vite e del vino, occasione per fare il punto sull’andamento stagionale e sulla qualità delle produzioni viticole ed enologiche che per il 2021 risulta ottima. E’ stato affrontato l’importante tema dei giallumi della vite per i quali quest’anno l’incidenza è in leggero calo, ma si riscontrano dei focolai in Trentino in alcune zone con fasi epidemiche. Focus inoltre sul Black rot, malattia fungina che si sta affacciando sul territorio provinciale e sul tema viticoltura e apicoltura. Infine, la presentazione di “Pianta 9”, il vino prodotto dalla cantina della Fondazone con le uve Eco Iasma, vitigno messo a punto dall’attività di miglioramento genetico della Fondazione e resistente alla botrite. L’incontro è stato aperto dall’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, e dal direttore generale della Fondazione, Mario Del Grosso Destreri. Sono seguiti gli interventi del dirigente del Centro trasferimento tecnologico, Claudio Ioriatti, e le relazioni dei tecnici della Fondazione. Durante l’incontro è intervenuto anche il Consorzio vini del Trentino in riferimento al monitoraggio dei giallumi, e l’Ersa Friuli Venezia Giulia per quanto riguarda il Black rot.
Flavescenza
“Sul problema della flavescenza – ha spiegato l’assessore Giulia Zanotelli – stiamo lavorando ormai da mesi grazie anche alla elaborazione di un piano condiviso con tutti i soggetti del mondo agricolo trentino. Accanto al costante monitoraggio è richiesta una responsabilità molto forte, da parte degli stessi imprenditori agricoli. Questo è un punto fondamentale. Con Fondazione Edmund Mach e i soggetti del mondo agricolo stiamo ragionando in prospettiva sulle azioni da implementare. All’interno della manovra di bilancio abbiamo stanziato delle risorse, che però andranno a interessare coloro che responsabilmente hanno seguito le indicazioni provenienti dal mondo tecnico e scientifico”. Il direttore generale, Mario Del Grosso Destreri ha evidenziato l’importanza di questo appuntamento giunto alla sua 14esima edizione, frutto di un intenso lavoro dei tecnici impegnati sul territorio e nei laboratori. “Un lavoro che quest’anno – ha evidenziato- sotto l’impulso dell’assessorato e del coordinamento del dipartimento agricoltura ha ritrovato un rinnovato spirito unitario con cui affrontare queste tematiche, che risultano centrali per preservare il territorio e la qualità delle produzioni agricole trentine”.
Giallumi della vite
In Trentino l’incidenza media di piante con sintomi di giallumi è in leggera diminuzione rispetto al 2020, ma la situazione nei diversi distretti viticoli non è omogenea. Come ha evidenziato Alberto Gelmetti ci sono alcune zone, soprattutto Alto Garda, Trento, Vallagarina e Valsugana, dove la flavescenza dorata è in una fase epidemica. Nei vigneti con alta densità dell’insetto, in cui le viti con sintomi sono state eliminate solo a fine stagione, la fitoplasmosi si è diffusa rapidamente superando, anche in soli due anni, il 20% d’incidenza. L’eliminazione delle piante alla comparsa dei sintomi risulta quindi fondamentale. Dal 2020 anche il Consorzio vini del Trentino affiancala Fondazione nel monitoraggio e per realizzare tale progetto, ha sottolineato Stefano Rizzi, è stata istituita un’apposita task-force di agronomi con uno specifico software per supportare le attività di monitoraggio e gestire i dati provenienti dai controlli in campo. Quest’ultima applicazione è stata resa disponibile anche alle cantine associate, le quali hanno contribuito a loro volta al progetto dedicando ulteriori tecnici all’attività di monitoraggio. Nel 2021 gli ettari di vigneto trentino monitorati sono 4.797 (47% della superficie vitata provinciale). Le piante sintomatiche rilevate e segnalate con apposito nastro sono state in totale 57.184. La varietà più sensibile alla patologia si conferma lo Chardonnay, con una media di 34 piante sintomatiche rilevate per ettaro monitorato.
Andamento fitosanitario: sotto controllo peronospora e oidio, mal dell’esca in crescita
Maurizio Bottura e Stefano Corradini hanno fatto il punto sull’andamento fitosanitario, reso possibile dal fatto che la Fondazione gestisce una rete di circa 100 stazioni agro-meteorologiche con una serie storica di rilevazioni che va dai 20 ai 40 anni, che permette di elaborare alcune analisi meteo-climatiche. Dal punto di vista fitosanitario l’annata non è stata tra le più complicate. Infatti la primavera fredda e il mese di giugno caldo e secco non hanno favorito lo sviluppo di infezioni di peronospora e oidio aggressive. Al contrario, la botrite ha destato qualche preoccupazione soprattutto a fine luglio, poi il clima favorevoli (praticamente 40 giorni senza pioggia) ha garantito una maturazione ottimale dell’uva. Il mal dell’esca evidenzia un trend in costante aumento.
Vendemmia 2021: grande qualità dei vini
Mario Malacarne e Luciano Groff hanno evidenziato che la vendemmia 2021 è stata di grande qualità; le uve sono state raccolte con una gradazione zuccherina medio alta e la vendemmia delle varietà Pinot grigio e Chardonnay, comprese le basi spumante, si è caratterizzata per un ottimo rapporto zuccheri/acidità, dando luogo a vini di ottima sapidità e freschezza.
Black rot: sotto osservazione Alta Valsugana per Chardonnay e Müller Thurgau
Come ha evidenziato Sandro Bressan dell’Erfsa Friuli Venezia Giulia il Black rot della vite per la viticoltura del nord-est rappresenta la terza malattia per importanza da controllare nei vigneti. Flavio Mattedi e Daniele Prodorutti hanno spiegato che la malattia fungina è stata riscontrata dell’Alta Valsugana e in altre zone viticole della provincia, soprattutto per le varietà Chardonnay e Müller Thurgau. In campo gli organi colpiti nell’annata precedente, tralci, viticci e soprattutto grappoli mummificati vanno asportati e bruciati per ridurre l’inoculo.
Api e viticoltura
Paolo Fontana e Valeria Malagnini hanno evidenziato il ruolo positivo degli apoidei nella raccolta del polline di vite e del ruolo che essi hanno per l’impollinazione della vite, anche se questa è prevalentemente anemofila. Sono stati evidenziati dei dati che mettono in evidenza la convivenza tra api e viticoltura che deve essere per forza positiva cercando di mettere in atto le azioni necessarie per evitare gli impatti degli insetticidi sui pronubi. Nel vigneto la biodiversità deve essere considerata sia un indice di sostenibilità che una risorsa agronomica per la gestione di molti organismi potenzialmente dannosi alla vite. Per questi motivi la gestione fitoiatrica dei vigneti deve essere molto oculata e puntare sempre più sulla tutela della biodiversità.
Pianta 9
Infine è stato presentato il nuovo vino prodotto dall’azienda agricola della Fondazione “Pianta 9” che nasce dal vitigno Eco Iasma 1 ottenuto dal Centro Ricerca e Innovazione mediante incrocio tra Teroldego e Lagrein. La nuova selezione è stata iscritta al Registro nazionale delle varietà di vite nel 2014, risulta tollerante alla botrite e ai marciumi del grappolo e spicca per un’elevata concentrazione del colore. Da diversi anni le nuove varietà brevettate sono a disposizione degli operatori attraverso il Consorzio innovazione vite dei vivaisti trentini. Il nuovo vino è stato denominato Pianta 9, come veniva chiamato in fase sperimentale dagli dai ricercatori Fondazione: fila 1- pianta 9, ovvero il posizionamento dell’incrocio nel campo prova durante le prime fasi di selezione.