“Sono un po’ cauto sulla necessità universale” di somministrare la terza dose di vaccino anti-Covid a tutti, compresi i guariti con una consistente copertura anticorpale. Ribadisce così i suoi distinguo il professor Massimo Galli, direttore delle malattie infettive presso l’ospedale Luigi Sacco di Milano, intervenendo al “Forum sistema salute” di Firenze, pur riconoscendo come sia “abbastanza evidente che parte delle persone che sono state vaccinate con due dosi, in un periodo più o meno lungo, ha differenti capacità di risposta e quindi necessita di un’ulteriore somministrazione. Senza contare che ci sarà sempre una fetta di popolazione che non avrà mai una risposta immunitaria”. Chiamato a confrontarsi all’incontro di Firenze organizzato da Koncept (“Dal Covid-19 alle malattie emergenti”) con il microbiologo Andrea Crisanti (“come molto spesso succede, due cassandre doc come noi finiscono per essere d’accordo…”, scherza Galli), l’infettivologo, giunto al suo ultimo giorno di lavoro al Sacco, si sofferma poi sui numeri molto alti dei nuovi casi registrati in Inghilterra, partendo dalle dichiarazioni di Guido Bertolaso sulla durata dell’efficacia del vaccino AstraZeneca, che secondo alcuni studi calerebbe più velocemente degli altri. “I dati di cui parla riguardano la Lombardia”, ma potrebbe essere corretto dire che “gli inglesi hanno cominciato prima e allo stesso tempo hanno smesso prima di vaccinarsi, di conseguenza sono avanti anche nel processo di riduzione dell’efficacia dei vaccini. Senza contare disattenzioni e normalizzazione a tutti i costi, che hanno fatto pagare un costo così elevato”.
La dinamica dei numeri
Dal canto suo, Crisanti, professore ordinario di microbiologia all’università di Padova, non si sbilancia sulle previsioni relative all’Italia. Di certo, la differenza che fanno i vaccini, spiega, è straordinaria: “La dinamica” dei numeri “seguirà 3 fattori: la percentuale dei vaccinati, la durata dei vaccini – limitata adesso a circa sei mesi – e la possibilità remota che emerga una nuova variante” in grado di ‘bucare’ la protezione vaccinale. “Il peggio che ci può capitare – avverte – è una situazione simile a quella dell’Inghilterra. Ma se continuiamo ad avere le stesse regole di comportamento, non succederà”. “C’era molto da imparare dalle epidemie precedenti – sottolinea inoltre il microbiologo nel confronto con Galli, moderato da Lorella Bertoglio e Luca Telese – ma non l’abbiamo fatto. Come dire, non abbiamo imparato dal passato”. L’avvertenza, in generale, è fare di tutto per evitare il salto di specie, prestare quindi la massima attenzione a “nicchie ecologiche” con animali che non sono mai entrati in contato con l’uomo e dire stop al commercio di animali esotici: si calcola – ha spiegato Crisanti – che ci siano ancora milioni di virus con cui l’uomo non è mai entrato in contatto, oppure è avvenuto in maniera non importante.