Ogni giorno passiamo in media due ore sui social network. E non facciamo altro che leggere post, mettere like e magari aggiungere contenuti. Facebook lo sa e chiede alle aziende che vogliono mostrarsi ai tuoi occhi un pagamento. Sono pochi centesimi a click, ma dentro quel valore c’è molto di più. Perché non tutti i like hanno lo stesso prezzo, ci sono territori dove vale di più e età nelle quali vale meno. È questo il risultato di una ricerca che Velvet Media, agenzia veneta di marketing e vendere on line da 150 dipendenti, ha realizzato nel corso dell’ultimo anno e mezzo, confrontando tutte le inserzioni a pagamento che ha realizzato per circa duecento aziende, individuate tra quelle più rappresentative nel proprio pacchetto clienti. Un lavoro svolto dal team dei social media manager di Velvet Media, composto da una ventina di persone con competenze verticali nella comunicazione in base al settore, che in tutto hanno investito 862.000 euro nel 2020 e 522.000 nel primo semestre del 2021. I loro post hanno raggiunto nel 2020 oltre 106 milioni di utenti, ottenendo in tutto quasi cinque milioni di click; nei primi sei mesi dell’anno siamo a 46 milioni di persone e 2,3 milioni di click (nel 2020 erano rispettivamente 39 milioni e 912 mila).
Anche sulla scorta di questi numeri Velvet Media è stata inserita come “Agenzia partner preferita” nel programma “Facebook marketing partners”. In sostanza, il team di lavoro è entrato nella ristretta cerchia di agenzie a livello mondiale che l’azienda di Mark Zuckerberg consiglia in termini di gestione dell’advertising. Il motivo? L’agenzia rispetta altissimi standard ed è in linea con tutti i parametri di performance e qualità di spesa all’interno delle piattaforme social. Analizzando i trend che si vanno imponendo, appare chiaro che le aziende che vogliono raggiungere uomini nella loro comunicazione devono spendere di più: nel 2020, il Cpc (ossia il costo per un click) costa infatti 35 centesimi, contro i 24 che si pagano per le donne (dato medio, questo: nei primi sei mesi dell’anno, in pieno lock down, le donne “costavano” di più: 11 cent contro 9).
Costi per genere
Il divario si è assottigliato nel primo semestre del 2021, ora il valore per gli uomini è di 17 centesimi, uno in meno per le donne.Per quanto concerne le classi di età, nel 2020 i più cari sono stati i giovani dai 18 ai 24 anni (39 cent), seguiti da chi ha un’età tra 35 e 44 anni (37 cent). Gli anziani sono ultimi: 16 cent per un over 65. Nel primo semestre del 2021 si è confermata invece una decrescita nei valori medi, probabilmente causata dall’algoritmo di Facebook: la fascia 18-24 vale 23 cent, quella 35-44 18 cent e quella 45-54 in tutto vale 17 cent.Anche il territorio di residenza dell’utente è un discrimine. Lo scorso anno la regione più cara, in media, era il Veneto (20 cent), seguita da Toscana, Emilia Romagna e Lombardia (19). Partendo dal basso, in Basilicata si paga solo 13 cent, uno in più in Abruzzo, Molise, Sardegna, Sicilia e Umbria. Nel primo semestre di quest’anno l’Emilia Romagna è diventata la più cara, con 31 cent a click, seguita da Liguria, Piemonte e Veneto a 23. Basilicata sempre all’ultimo posto con 13 cent, appena sopra a 14 ci sono Abruzzo, Molise e Sicilia. “Siamo di fronte a valori medi, che provengono da sofisticate aste online nelle quali le aziende si contendono gli occhi degli utenti ogni giorno”, commenta il ceo di Velvet Media, Bassel Bakdounes. “Di fatto, lo spaccato è davvero interessante perché mette in ordine di importanza i target che le aziende italiane hanno quando comunicano sui social. Il nostro team social continua a monitorare la situazione mese per mese, fornendo report aggiornati, per capire se questi trend cambiano e in che direzione. Quando investiamo i nostri budget cerchiamo clienti veri e dunque, a voler far una sintesi, l’utente più ambito tra le aziende è un giovane maschio che vive in una delle regioni del nord Italia”.