“L’informazione è la prima forma di tutela del consumatore”. Così l’avvocato Emilio Graziuso, responsabile del Coordinamento nazionale “Dalla parte del consumatore”. Il Coordinamento è, infatti, impegnato, da anni, in una campagna informativa sui diritti dei cittadini, in modo tale che gli stessi possano evitare di andare incontro a “disavventure” dalle ricadute economiche spesso rilevanti. Nell’ultimo anno il Coordinamento è impegnato nella lotta alle truffe on line, le quali, complice la pandemia ed il proliferare del commercio elettronico, hanno registrato un sensibile aumento rispetto al passato. “Il passaggio da consumatore on store a consumatore on line – afferma Irene Zapparata dell’Associazione nazionale “Dalla parte del consumatore” – ha comportato un maggior numero di tipologie di truffe informatiche. Il consumatore è, quindi, sottoposto a dei veri e propri arrembaggi ai propri dati personali e, di conseguenza, al proprio conto corrente ed alla propria carta di credito. Per questo riteniamo che, mai come in questo periodo, sia necessaria una informazione dettagliata del cittadino in tale settore”.
I consigli pratici
Il Coordinamento “Dalla parte del consumatore” ha, quindi, redatto un vademecum al fine di fornire dei consigli pratici sul come riconoscere le truffe informatiche e tutelarsi dalle stesse. “Attraverso il vademecum – affermano l’avvocato Emilio Graziuso ed Irene Zapparata – “Dalla parte del consumatore” si prefigge di fornire uno strumento rapido, agile ed efficace per consentire al cittadino di individuare immediatamente una truffa informatica e non rimanere vittima della stessa”. Nessuna banca o società (sia essa di gestione di carte di credito, sia essa di spedizione) chiede, attraverso email, sms, whatsapp o telefonicamente i dati personali del cliente; l’indirizzo dal quale proviene la mail fraudolenta non è quello ufficiale dell’istituto di credito o della società alla quale si vorrebbe attribuire e del quale viene riprodotto, spesso in modo perfetto, il logo; l’oggetto della email è, spesso, generico, scritto in lingua inglese o appare come risposta ad una email precedente; nella email fraudolenta, non viene, quasi mai inserito il nome e cognome del destinatario, ma sono utilizzati locuzioni standard come “Gentile cliente”, “Egr. signore”; nel testo della mail sono presenti errori di ortografia e di grammatica. Ad esempio: molte parole sono prive di accenti, di lettere o sono unite con quelle successive; l’italiano, in alcuni passaggi, è poco comprensibile; anche la formattazione del testo risulta poco precisa; le mail (phishing), gli sms (smishing) e le telefonate (vishing) fraudolenti, nel proprio contenuto, paventano, qualora non si inseriscano i dati richiesti, un danno economico, il blocco del conto corrente, della carta di credito o di un pacco in attesa di consegna. In altri casi, l’inserimento dei dati è richiesto per riscuotere vincite o beneficiare di offerte irrinunciabili; le email, gli sms ed i whatsapp fraudolenti contengono l’indicazione di un link di rimando ad un sito che, sebbene spesso identico o molto simile a quello della banca o della società per le quali i truffatori si spacciano, non è, invece, quello ufficiale. Su tale link di rimando è bene, quindi, non cliccare; spesso le email pervenute dai phisher ricadono tra la posta indesiderata; per evitare di cadere vittima di una truffa informatica si consiglia di non aprire e cancellare immediatamente email, sms e whatsapp sospetti; non intrattenersi in conversazioni telefoniche con soggetti/istituti/enti ed in particolare con coloro che richiedano di effettuare operazioni o inserire o fornire i propri dati personali e/o i propri codici di accesso; non fornire mai i propri dati personali, codici di accesso ed informazioni private; qualora si è, effettivamente, clienti della banca o della società della quale si è ricevuto telefonate, email, sms o whatsapp sospetti, telefonare o contattare, tramite i canali ufficiali, la detta banca o società; qualora si sia rimasti vittime di truffe on line: bloccare, immediatamente, il proprio conto corrente e la propria carta di credito, comunicare l’accaduto al proprio istituto di credito e sporgere denunzia alla polizia postale.