Le malattie infiammatorie croniche intestinali – Mici, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa – colpiscono circa 250 mila persone in Italia. Si tratta di patologie tipiche dell’età giovanile: il picco di esordio è generalmente compreso nella fascia tra i 15 e i 30 anni, con un 20% di casi addirittura già in età pediatrica. Questa caratteristica ha indotto gli specialisti della società scientifica IG-IBD a soffermare la loro attenzione sulla donna: non per una prevalenza di genere, visto che vi è un’equa ripartizione tra uomini e donne colpiti dalla malattia, quanto per le fasi del ciclo biologico che interessano la vita femminile, soprattutto nella fase giovanile, ponendo interrogativi sulla possibilità di svolgere una vita “normale”.
La presentazione della campagna: uno spot per sognare
La campagna di IG-IBD “Insieme si può” focalizzata sulla donna verrà presentata il prossimo 16 giugno dalle 11 alle 13 in un Conferenza Stampa online. In questa occasione sarà presentato lo spot girato dal regista Paolo Genovese con protagonista l’attrice Matilde Gioli che sarà trasmesso su Sky dall’11 al 25 luglio: pochi secondi per un messaggio incoraggiante, che permetta alle donne affette da MICI di non scoraggiarsi e di acquisire la consapevolezza che, nonostante le patologie, è possibile avere figli, viaggiare, mangiare e soprattutto sognare. Parteciperanno alla Conferenza Stampa, moderata dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri; il dottor Marco Daperno, segretario generale IG-IBD; il professor Alessandro Armuzzi, responsabile comitato educazionale IG-IBD; il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi; Noemi Fiumanò, vice-presidente Amici onlus; il regista Paolo Genovese; l’attrice Matilde Gioli; la dottoressa Francesca Merzegora, fondatrice e presidente Fondazione Onda.
“La nuova campagna di sensibilizzazione di IG-IBD è focalizzata sulla salute della donna e si sviluppa su un duplice binario – sottolinea il dottor Marco Daperno – Da una parte, con lo spot vogliamo lanciare un messaggio di inclusività e di promozione della figura femminile. Dall’altra, vogliamo evidenziare i contenuti prettamente scientifici relativi alla valutazione dell’impatto delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino sulla donna, attraverso un excursus sugli effetti nelle varie età, dallo sviluppo, alla fecondità, fino alla gravidanza, all’allattamento, al puerperio, alla menopausa e all’invecchiamento. Nell’ambito di questo progetto è molto importante coordinarsi anche con altri specialisti, a partire dagli ostetrici e dai ginecologi, con le cui società scientifiche auspichiamo una costruttiva collaborazione. La salute della donna e le MICI si intersecano e possono orientare determinate scelte terapeutiche. IG-IBD ha sviluppato una sorta di consenso, in corso di pubblicazione, che rappresenta il primo passo per una condivisione di un approccio univoco con le società ginecologiche e ostetriche”.
Medicina di genere
“Parlare di medicina di genere nel campo delle malattie infiammatorie croniche intestinali significa parlare del 50% dei pazienti che ne sono affetti – evidenzia il professor Alessandro Armuzzi –. Le donne si possono ammalare al pari degli uomini ed essere così costrette a convivere con una malattia cronica per tutta la vita, con la specificità di problematiche relative alle fasi del loro ciclo biologico. Le azioni che ci impegniamo a fare come società scientifica sono destinate a svilupparsi in molteplici direzioni: anzitutto, stiamo lavorando a un documento di consensus che affronta tutte le fasi della donna affetta da malattia di Crohn o colite Ulcerosa, al fine di divulgare il più possibile delle raccomandazioni per la comunità scientifica che possano uniformare i trattamenti. A livello mediatico il nuovo spot vuole lanciare un messaggio incisivo e incoraggiante: se gestite e curate con le moderne terapie, le donne affette da Mici possono comunque realizzare tutti i loro sogni, a partire dallo studio e dal lavoro, fino ad avere figli e a invecchiare serenamente. Nonostante la pandemia ancora non sia terminata, questi concetti saranno promossi con il coinvolgimento di varie figure a livello istituzionale, della comunità scientifica, delle aziende, dell’associazionismo dei pazienti”.