Suocera invadente: può essere causa di separazione? Risponde l’avvocato Giulio Del Pizzo, del foro di Pescara.
Lo scrittore americano Mark Twain considerava Adamo l’uomo più fortunato del mondo, in quanto l’unico a non avere avuto la suocera. Non dimentichiamo che la stessa buona sorte era capitata a Gesù, pur dotato di un discreto spirito di sopportazione. Perché pare che i suoceri possano complicare la già difficile vita coniugale. L’esperienza nei tribunali ci insegna, infatti, che la presenza assidua dei suoceri nella vita familiare dei coniugi è causa di discussioni tra gli stessi e addirittura può determinare la fine di un matrimonio. La rivalità tra nuora e suocera, conflitto domestico più antico del mondo, è stata trattata in modo divertente nella pellicola “Quel mostro di suocera” con Jennifer Lopez nei panni dell’aspirante moglie e Jane Fonda ad interpretare l’insopportabile suocera. Il film si conclude con la riappacificazione tra le due donne e la celebrazione del matrimonio.
Rottura del fidanzamento per suocera invadente
Non sempre, però, c’è il lieto fine. Anzi, può capitare che le continue intromissioni della suocera mandino a monte le nozze. É il caso esaminato dal Tribunale di Cagliari che ha considerato le ingerenze della futura suocera come giusto motivo per la rottura del fidanzamento, escludendo, quindi, l’obbligo del promesso sposo di rimborsare alla fidanzata le spese sostenute per l’organizzazione del matrimonio.
A casa dei suoceri
“Tra suocera e nuora ci si sta in malora…” Nei Malvoglia, Giuseppe Verga evidenziava l’inopportunità che nuora e suocera condividessero la stessa casa, paragonando la situazione a quella di due mule selvatiche nella stessa mangiatoia.
Eppure, l’avvertimento dello scrittore siciliano viene sovente sottovalutato da molte coppie che decidono di rimanere con la nuova costituenda famiglia a casa dei genitori. In questi casi gli scontri sono fisiologici e possono facilmente arrivare nelle aule dei Tribunali. Affrontando l’argomento, nella sentenza 20 gennaio 2006, n. 1202, la Corte di Cassazione ha ritenuto legittimo l’allontanamento unilaterale dalla casa familiare per il coniuge vittima delle oppressioni della suocera, convivente con la coppia nello stesso immobile. Così, la Suprema Corte ha riconosciuto il diritto della moglie di andare via di casa senza che le potesse essere contestato l’abbandono del tetto coniugale poiché sorretto da una giusta causa.Le motivazioni a sostegno della decisione appaiono interessanti nella misura in cui viene censurato il contegno passivo del marito, reo di aver accettato i frequenti litigi domestici tra la madre e la moglie, situazione che aveva avuto come conseguenza indiretta anche il deterioramento dei rapporti sessuali tra gli stessi coniugi. Insomma, citando il libro della scrittrice e collega Michela Foti possiamo dire “Finchè suocera non vi separi”.
Da suocera a nonna
La situazione diventa ancora più complicata con l’arrivo dei nipoti. Nella realtà italiana, i nonni spesso offrono (e sono chiamati a farlo) il loro contributo morale ed economico in favore dei nipoti. Molte famiglie ricorrono ai nonni per l’affidamento dei figli durante le ore di lavoro. Questa situazione può comportare che gli stessi si sentano legittimati ad esprimere pareri e dare consigli. Tuttavia, tali atteggiamenti possono essere considerati da nuora o genero delle intromissioni nella vita familiare e nell’educazione dei figli sulle quali, spesso, c’è “diversità di vedute”. L’ostilità tra i genitori e i nonni può, però, pregiudicare la serenità dei minori, inevitabilmente combattuti tra lealtà verso i genitori ed affetto verso i nonni. Così la Corte di Cassazione, con l’Ordinanza 19 maggio 2020, n. 9145,ha stabilito che in un simile contesto il diritto di visita dei nonni possa subire delle restrizioni. Nel giustificare la propria decisione gli Ermellini sottolineano l’importanza del rispetto dei ruoli e delle priorità tra gli stessi, affermando che i genitori debbano restare le figure primarie di riferimento affettivo ed educativo e i nonni sono chiamati a cooperare con essi per assicurare il buon esito del progetto formativo. La Suprema Corte sottolinea, in un altro passaggio, come la tensione creatasi in conseguenza dei contrasti tra nonni e genitori possa configurare oltretutto un rischio per la coppia, fonte potenziale di ulteriore e più grave disagio per i figli. In situazioni di conflitto, dichiarato o latente, è frequente inoltre che gli adulti si delegittimino a vicenda. Si tratta di un comportamento confondente e, quindi, nocivo per i minori che possono risultarne destabilizzati. In linea con i summenzionati principi la Corte di Cassazione, questa volta Sezione penale, ha condannato per diffamazione la suocera rea di aver offeso l’onore della nuora davanti ai suoi figli, utilizzando espressioni volgari ed offensive, ritenendo che i minori, seppur molto piccoli (due e quattro anni), fossero capaci di comprendere e percepire il disvalore delle parole pronunciate dagli adulti.
E’ sempre colpa dei suoceri?
I casi citati confermano e rafforzano l’idea radicata nell’immaginario collettivo della suocera invadente. Tuttavia, in un contesto delicato come quello familiare penso sia giusto assumere un atteggiamento equilibrato e considerare, quindi, la relatività di tutti i punti di vista. Infatti, condivido pienamente l’enunciato espresso dalla Cassazione secondo cui le dinamiche descritte non siano mai interamente ascrivibili alla condotta di una sola delle parti, dipendendo invece in buona parte dalle reciproche interazioni. Non a caso, dalle pronunce giurisprudenziali menzionate si evince un chiaro invito alle coppie a difendere i propri spazi e ad esercitare con convinzione i propri ruoli a tutela del proprio nucleo familiare; obiettivo che può essere raggiunto, evidentemente, solo attraverso una chiara gestione dei rapporti con le rispettive famiglie di origine. Rimando la discussione al prossimo articolo dedicato ai “coniugi mammoni”. Nel frattempo, in difesa delle suocere, concludo citando il monito alla tolleranza di Papa Francesco che ci ha ricordato che “non esistono mogli o mariti perfetti. Figuriamoci le suocere!”