Occorrono schemi vaccinali nuovi e precisi, tanto nell’età pediatrica quanto nell’età adulta. Gli approcci devono essere multidisciplinari e i percorsi individualizzati, con un ruolo definito per i centri vaccinali e i medici di famiglia. Inoltre, i vaccini non devono mai essere intesi come una spesa, in quanto rappresentano un guadagno in termini di salute pubblica, oltre alla riduzione dei costi per le ospedalizzazioni e dell’uso, talora abuso, di antibiotici. Serve una chiamata attiva alla vaccinazione di comune accordo con il Piano Regionale.
Vaccinazione è prevenzione
Il Covid-19 ha riportato al centro del dibattito pubblico la sanità e con essa l’importanza degli strumenti che più la possono tutelare, i vaccini. Se oggi però l’attenzione è maggiormente riservata ai vaccini per combattere il Sars-CoV-2 e le sue varianti, la comunità scientifica e le istituzioni si stanno attrezzando per prevenire nuove infezioni che possano mettere in pericolo la salute della collettività. Il principale punto di riferimento per una massiccia e sicura opera di prevenzione è un’implementazione quanto più ampia possibile delle vaccinazioni, con particolare attenzione al paziente adulto fragile immunodepresso e a coloro che abbiano più di 65 anni. Proprio a queste categorie più a rischio la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT ha dedicato un documento scientifico di consensus, presentato nel convegno istituzionale “Vaccinazione dell’adulto: le innovazioni oltre al Covid-19 e le raccomandazioni SIMIT”, organizzato da Aristea, con il contributo non condizionante di GSK. Moderati dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, sono intervenuti il professor Giovanni Rezza, Direttore prevenzione ministero della Salute; il professor Massimo Galli, Direttore Malattie Infettive 3 Ospedale Sacco e Past President SIMIT; Paola Stefanelli, Direttore Reparto Malattie Prevenibili Vaccinazioni Laboratori di Riferimento, Dipartimento Malattie Infettive ISS; Roberto Ieraci, Referente Scientifico Vaccinazioni ASL Rm1 Gruppo Strategie Vaccinali Regione Lazio; la senatrice Maria Domenica Castellone, XII Commissione Parlamentare Sanità Senato Repubblica; onorevole Elena Carnevali, Capogruppo PD XII Commissione Affari Sociali Camera Deputati; il presidente SIMIT Marcello Tavio, Direttore Malattie Infettive Ospedali Riuniti, Ancona; il Direttore Scientifico SIMIT, il professor Massimo Andreoni, Direttore UOC Malattie Infettive Tor Vergata, Roma; il professor Andrea Gori, Direttore UOC Malattie Infettive, Fondazione IRCCS Ca’Granda, Ospedale Maggiore Policlinico, Milano; Silvia Nozza, Ospedale San Raffaele, Milano; la professoressa Loredana Sarmati, UOC Malattie Infettive Tor Vergata, Roma; la professoressa Laura Sticchi, Dipartimento Scienze della Salute, Università degli Studi di Genova-Policlinico San Martino, Genova.
Una spinta per aggiornare il piano vaccini
Negli ultimi 14 mesi, le altre malattie oltre il Covid non si sono attenuate, anzi, si sono acuite. In diverse fasi la maggior parte delle risorse è stata investita sull’emergenza dettata dalla pandemia, ma è necessario recuperare l’attenzione di fronte ad altre patologie. “Bisogna prestare attenzione a tutte le età della vita, soprattutto agli anziani, ma anche agli adulti non ancora nella terza età, e non solo somministrando il vaccino anti-influenzale, perché oggi abbiamo a disposizione tanti altri vaccini grazie alle tecnologie che hanno permesso tante innovazioni – ha sottolineato il professor Rezza –. Il Covid ha dimostrato lo sviluppo della tecnologia nei vaccini e il continuo progresso scientifico. Ora si sta lavorando per aggiornare il piano 2017-19, che prevede vaccini offerti gratuitamente e attivamente nei Livelli Essenziali di Assistenza. Talvolta si solleva il dibattito sulla reale efficacia dei vaccini: in ogni caso, il bilancio è sempre positivo, visto che i vaccini consentono comunque di tutelare la salute e talvolta la vita di molte persone; inoltre, il beneficio è anche economico, in quanto permettono di avere un minor numero ospedalizzazioni, di uso di farmaci, di giorni di lavoro persi, di cattivo uso di antibiotici. Tra le innovazioni più recenti vi è il nuovo vaccino contro lo zoster, malattia che può avere conseguenze molto pesanti a lungo termine; abbiamo vaccini contro lo pneumococco sempre più efficaci; per gli adolescenti poi c’è il vaccino contro l’Hpv, la cui somministrazione è diminuita in questo periodo di emergenza sanitaria ma non va sottovalutata”.
L’attenzione ai pazienti fragili
La consensus vuole proporre un calendario e delle indicazioni utili a tutti i pazienti adulti che possano aver bisogno delle diverse vaccinazioni, integrando e supportando il Piano Vaccini del Ministero. Diventa così un riferimento specifico per i soggetti affetti da fragilità derivanti da patologie croniche, come quelle cardiovascolari e respiratorie, il diabete, l’insufficienza renale: anche i vaccini diventano uno strumento per una medicina di precisione. “I pazienti fragili sono quelli maggiormente esposti alle infezioni – ha evidenziato il professor Gori -. Tra questi, gli immunocompromessi sono i più interessati e si differenziano in diverse categorie a seconda dell’origine dell’immudepressione. La particolare attenzione per questi soggetti non è dovuta solo alla fragilità stessa, ma anche all’impossibilità di somministrare loro alcuni vaccini, come quelli vivi attenuati, proprio come avvenuto fino ad oggi per l’herpes zoster, un problema che sarà superato con il nuovo vaccino”.
“Tra i soggetti fragili particolare attenzione va riservata a coloro che hanno l’infezione da HIV, per i quali le vaccinazioni sono raccomandate più che nella popolazione generale, come nel caso dell’antimeningococcica B o l’antipneumococcica, oltre che la stessa vaccinazione anti zoster – ha commentato la dottoressa Nozza –. Per quanto riguarda i vaccini anti Sars-CoV-2 nei soggetti con HIV sappiamo ancora poco: in generale, la vaccinazione è raccomandata; nella categoria dei soggetti estremamente fragili, caratterizzati da comorbidità soprattutto cardiovascolari e neoplastiche, è consigliata la vaccinazione a mRna. Importante sottolineare comunque che non vi è alcuna controindicazione dal punto di vista della safety per tutti i tipi di vaccinazione nei soggetti sieropositivi”.
Il nuovo vaccino contro l’Herpes Zoster
Tra le principali innovazioni proposte nel convegno vi è stato il nuovo vaccino per l’herpes zoster, frutto di tanti anni di ricerca e già utilizzato negli Stati Uniti con oltre 38 milioni di dosi somministrate. La patologia consiste nella riattivazione del virus della varicella ed è molto frequente, in quanto colpisce più dell’80% della popolazione, rivelandosi anche un problema di sanità pubblica. Il vaccino disponibile fino ad oggi era a virus vivo attenuato, non utilizzabile nei pazienti immunodepressi. Il nuovo vaccino a sub unità è un passo avanti importantissimo soprattutto per i soggetti over 65, visto che lo zoster è una patologia assai frequente nella popolazione adulta e con gravi complicanze. “Finalmente il vaccino per zoster è disponibile anche nel nostro Paese – ha affermato il dottor Ieraci –. È altamente innovativo e particolarmente utile, visto che affronta una patologia che può essere invalidante per le complicanze come la nevralgia post erpetica o l’herpes zoster oculare. Otteniamo adesso un vaccino altamente efficace, che dura nel tempo, che previene nel 95% dei casi la manifestazione clinica e in altissima percentuale la nevralgia post erpetica. Inoltre, per questa malattia non si ha una terapia soddisfacente, né per la manifestazione clinica dell’infezione, né per le sue complicanze. Auspico infine che questo vaccino sia dato ai Medici di famiglia per arrivare a ogni paziente”.
L’impegno delle istituzioni
“Per una efficace strategia vaccinale sono fondamentali un’accurata pianificazione e una verifica dei tassi di vaccinazione – ha sottolineato l’onorevole Carnevali –. La copertura vaccinale è un pilastro della sanità pubblica e lo strumento col miglior rapporto costo-beneficio, visti gli effetti che i vaccini hanno sulle malattie evitabili e per l’approccio sempre più su misura che possono proporre. Ogni volta che investiamo in vaccini noi abbiamo la possibilità di avere un gettito di 2€ per ogni 1€ investito. C’è uno studio del Sacro Cuore che dimostra che se potessimo arruolare 900mila persone in più sulla vaccinazione antiinfluenzale risparmieremmo 450 milioni, che potrebbero essere investiti per ulteriori investimenti in sanità. Un altro punto importante per la sanità del futuro e di cui si parla poco è il fascicolo sanitario elettronico: per ora coinvolge 32 milioni di cittadini, ma dovrebbe raggiungerne 60 milioni, in quanto consente una stretto legame tra medico, paziente e specialista; è un investimento che mi auguro, così come è avvenuto per la cartella clinica elettronica, si concretizzerà in tempi brevi, grazie anche alle risorse del PNRR”.