“Molti pazienti emofilici mi hanno confessato di avere un po’ tralasciato la profilassi, anche quella muscolo-scheletrica, in questo periodo. Il fatto di essere sempre a casa, di fare smartworking, di avere le palestre e le piscine chiuse non ha aiutato. Ho notato che sono aumentati i dolori articolari generali e l’uso di antidolorifici”. Lo ha riferito Lisa Pieri, ematologa della Struttura per le malattie emorragiche e della coagulazione Azienda ospedaliera universitaria Careggi di Firenze, intervenuta all’incontro on line L’alleanza tra l’ematologo, l’ortopedico e il fisioterapista, promosso dall’associazione Toscana emofilici, in occasione dell’ottava tappa nella Regione del tour di “Articoliamo”, campagna sostenuta da Sobi con il patrocinio di FedEmo.
“L’aumento dei problemi muscolo-scheletrici legati al lockdown – ha aggiunto Christian Carulli, specialista in Ortopedia e Traumatologia dell’università di Firenze – ha riguardato in realtà tutta la popolazione, non solo gli emofilici. Appena possibile, quando le problematiche pandemiche si esauriranno, sperando che sia l’ultimo anno questo, dovremmo recuperare tutti ma in particolare le persone con emofilia”. Elisabetta Nardini, presidente dell’associazione Toscana emofilici ha evidenziato le difficoltà dei bambini a scuola, in particolare quelli emofilici, “costretti ad ore di immobilità – ha raccontato riferendosi alla sua esperienza di insegnante – perché non possiamo farli avvicinare tra loro, non possiamo fargli togliere la mascherina. Alcuni insegnanti, come faccio io, inventano esercizi per farli sgranchire, ma la riduzione del movimento è indubbia in questa fase”.