L’evento è on line è andrà in onda stasera alle 21 dalla pagina Facebook de I Covizzati. Il gruppo, da cui è nato questo movimento trasversale, è frutto dell’idea di Elisabetta Tognoni. “La comunicazione è cambiata – racconta -. Prima del virus chi è sul palco parlava e la platea ascoltava. Ora il palco non esiste più, siamo sul web, la platea è divenuta la parte che comunica, uno solo ascolta e “fa fatica a capire le varie voci”. Parlano in tanti ascoltano in pochi. Chi ascolta sente voci disconnesse, confuse, esagitate. Oggi continuiamo ogni giorno ad essere condizionati dal Covid. Tutti, nessuno escluso. La comunicazione web, quando c’è, è univoca. Non vogliamo più una comunicazione univoca, monotematica. Vogliamo poter partecipare su più argomenti, accessibili a tutti, se poi con una dose di ironia ancora meglio. In particolare, cosa vorremmo? Come la vorremmo questa comunicazione diversa? Vorremmo sorprendere con pillole di comunicazione varia che danno forza, permettono di scoprire cose, situazioni, punti di vista, esperienze”.
Covid compie un anno
“Covid-19 compie un anno ed è ancora tutto difficile: senza libertà, senza lavoro, senza… – aggiunge Elisabetta Tognoni -. Ma abbiamo ancora la voce, abbiamo su uno schermo piatto volti che si muovono, si esprimono, si vedono nella loro interezza. E desiderano interagire, confrontarsi, essere di aiuto. Ecco come nasce e come si muove la prima serata di “Siamo tutti covizzati”. Conduce il grande Germano Lanzoni, comunicatore, milanese, seguito dai giovani e non solo, proviene dalle zone più colpite dal Covid. Comicità e difficoltà del momento sono i temi di riferimento, accessibili a tutti. In un giorno come tanti, la nostra quotidianità è stata stravolta da un minuscolo virus che ha messo sotto sopra il mondo intero. Economia, salute, lavoro, passioni, divertimento, hobbies, interessi: ora sono permeati da un’unica parola, Covid. Essere covizzati equivale a vivere questo momento in cui tutti siamo uguali e tutti nella stessa condizione a prescindere dalle caratteristiche fisiche, di istruzione, di ceto sociale, di provenienza e di destinazione della nostra vita. Il comunicatore è fuori dal proprio palco, dalla vetrina della politica, della musica, dello show business ed è sceso per ascoltare insieme a noi”.