Durante la 34a edizione del Congresso Nazionale della SIGOT – Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio – il tema centrale è stata “La complessità clinica del paziente anziano e la transizione nei diversi setting di cura”. “Solo l’approccio “olistico” della geriatria può dare le risposte appropriate alla popolazione anziana che ha pagato il prezzo più alto in termini di mortalità e talvolta di limitato accesso alle cure con le conseguenti implicazioni etiche. E’ necessaria una forte presa di coscienza contro la deriva ageistica discriminante, emersa in questi mesi – ha spiegato il professor Alberto Pilotto, Presidente SIGOT e Direttore del Dipartimento di cure geriatriche all’ospedale Galliera di Genova –. Un Congresso di geriatria in questo momento permette di sottolineare il ruolo centrale che questa disciplina ricopre per la cura dell’anziano. Questo punto è molto sentito dalla nostra categoria di specialisti, poiché negli ultimi anni la geriatria si è confermata disciplina medica innovativa e strategica per la cura delle malattie acute e la gestione personalizzata di quelle croniche; capace anche di integrare le conoscenze di altre discipline sanitarie, incluse le chirurgiche. I provvedimenti concreti auspicati da noi geriatri sono un adeguamento dei posti letto ospedalieri di geriatria che sono carenti in alcune Regioni; l’introduzione del metodo geriatrico, basato su un approccio multidimensionale, per identificare l’anziano fragile e le aree per un intervento personalizzato; il rafforzamento del ruolo delle tecnologie, inclusa la telemedicina; il coinvolgimento del maggior numero di soggetti anziani nei percorsi di prevenzione incluse le vaccinazioni stagionali”.
Anziani e fragilità
La definizione di “anziano fragile” fa riferimento a quel soggetto che di fronte a un evento di stress, quale è anche la pandemia da Covid-19, non è in grado di rispondere in maniera adeguata e quindi soccombe, con un aumentato rischio di eventi negativi: mortalità, disabilità e aggravamento delle proprie condizioni generali. “La pandemia da COVID-19 ha fatto emergere il concetto che è soprattutto l’anziano fragile ad essere ad alto rischio di disabilità funzionale, cognitiva e psico-sociale che rendono per l’anziano difficile un ritorno alla condizione precedente l’infezione – ha sottolineato il professor Pilotto -. L’età non può fornire indicazioni precise sulla prognosi del soggetto: è necessario valutare il grado di fragilità del paziente, che è dato dalle comorbidità e dall’assetto funzionale, cognitivo e psicosociale dell’individuo. Questa valutazione multidimensionale è molto importante nell’approccio clinico all’anziano, tanto che negli ultimi decenni la disciplina Geriatria ha promosso la metodologia della valutazione multidimensionale come strumento cruciale per la prevenzione e la cura dell’anziano. SIGOT è da anni impegnata in ricerche improntate al ruolo essenziale dell’approccio multi-dimensionale come strumento specialistico geriatrico in grado di garantire la risposta di cura più appropriata agli anziani ed in particolare a quelli più fragili, con una metodologia trasversale a tutti i servizi di cura dall’ospedale al territorio. La necessità di un diffuso approccio geriatrico è emersa in modo plateale in corso di pandemia Covid, viste le enormi difficoltà evidenziate dai servizi territoriali in particolare dalle RSA, ma anche in molte strutture ospedaliere”.